Ciò che vediamo o leggiamo è realmente quello che abbiamo di fronte? Cosa influenza a reagire ad un determinato stimolo in un modo piuttosto che un altro?
Spesso pensiamo di agire in maniera razionale su un acquisto (prezzo rapporto benefici/costo) o su una determinata azione, ma quello che emerge dai recenti studi è che siamo condizionati dalle emozioni in maniera determinante.
David Ogilvy, famoso creativo e pubblicitario britannico, sosteneva:
«Il problema delle ricerche di marketing è che le persone non si rendono conto delle proprie emozioni, non dicono quello che pensano e non fanno quello che dicono».
Cosa ci spinge a leggere B o 13 nonostante il secondo elemento di entrambe le righe sia esattamente uguale?
La risposta non è delle più immediate, ed è il principale argomento del neuromarketing (semplicisticamente siamo stati influenzati dal contesto).
Il neuromarketing è un analisi esclusivamente scientifica di come il cervello umano risponde agli stimoli di marketing.
Questo tipo di analisi oggi è fondamentale per costruire un user experience, cioè un’interfaccia che stimoli l’utente e lo porti a compiere L’AZIONE!
Quello che è evidente, è che il marketing non può non considerare questi processi in una strategia . Diventa quindi fondamentale capire come “spingere” ad un’azione o catturare l’attenzione di una persona attraverso gli elementi tipici della comunicazione visiva (simmetria, immagini utilizzate, font, copywriting, disposizione degli elementi).
I campi di applicazione del neuromarketing spaziano dalla comunicazione “offline”, pensiamo a riviste, cataloghi, dove elementi come immagini, grandezza, colore e tipo di font possono decidere il grado di attenzione che vogliamo ricevere nella lettura di quel testo, fino ad arrivare a definire e decodificare la struttura e l’interfaccia di un sito o di un app.
Ogni elemento deve essere studiato nella sua forma e nella sua posizione, è questo il compito che oggi ha un agenzia di comunicazione, emozionare e stimolare, un compito molto difficile da portare a termine, ma se fatto con i giusti criteri può portare a risultati che fanno la differenza!
Addentrarsi in questo campo è affascinante quanto complesso e forse l’articolo di un blog non è il posto più giusto, ma sicuramente possiamo accendere una piccola fiammella di curiosità sull’argomento 🙂
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